Percorrendo le strade o camminando lungo i sentieri che attraversano l’alta valle del Marecchia, del Foglia e del Metauro, è frequente imbattersi nei mastodontici esemplari di Chianina. Questa razza bovina è riconoscibile dal manto bianco-porcellana, dalla pigmentazione del musello e della lingua, dalla testa leggera ed elegante con brevi corna. Il tronco è lungo e cilindrico, con dorso e lombi larghi e gli arti più lunghi rispetto ad altre razze.
La sua progenitrice – conosciuta già dagli Etruschi – è citata da Plinio il Vecchio e da altri autori latini come “Bos magnus et albus”, e veniva portata dai Romani nei cortei trionfali (oltre ad essere usata, per la sua imponenza, per i sacrifici alle divinità). Oggi questa razza – insieme alla Podolica, alla Maremmana, alla Marchigiana e alla Romagnola – è tutelata dal marchio IGP 5R.
Nei pascoli appenninici, grazie alla qualità dell’ambiente incontaminato del territorio di Badia Tedalda, trova una punta di massima eccellenza, richiestissima anche per la sua limitata produzione.
Da oltre un ventennio, riprendendo la tradizione dell’antica fiera del bestiame del Ranco (a fine settembre, in occasione della festa di S. Michele Arcangelo patrono di Badia Tedalda), a Ponte Presale, presso il “Centro Servizi e Selezione Manze”, si svolge la Mostra nazionale degli allevamenti chianini.
È davvero una vecchia tradizione quella della fiera del Ranco di Badia Tedalda: se ne ha documentazione scritta dal 1593, ma le origini sono certamente più remote, per la posizione di snodo viario e di commercio che ha avuto fin dai tempi dei romani.
Nel 1989, al Ranco ha trovato uno spazio nell’opera del Maestro Tonino Guerra nel poema “ L’orto di Eliseo / L’Ort ad Liséo” pubblicato da Maggioli.